
Non voglio un amore che imprigiona. Voglio due anime che si scelgono ogni giorno
- La Fenice con l'anima di un Drago
- 31 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Kahlil Gibran – Il Profeta (1923)
Estratto dal capitolo “Del matrimonio”
“Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore:
piuttosto sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi a vicenda le coppe, ma non bevete da una sola coppa.
Datevi il vostro pane, ma non mangiate dallo stesso pezzo.
Cantate e danzate insieme, e siate gioiosi, ma ognuno sia solo, come sono sole le corde del liuto,
sebbene vibrino della stessa musica.
Datevi i vostri cuori, ma non in custodia l’uno all’altro.
Poiché solo la mano della Vita può contenere i vostri cuori.
E state insieme, ma non troppo vicini:
poiché le colonne del tempio si ergono separate,
e la quercia e il cipresso non crescono l’uno all’ombra dell’altro.”
Queste parole di Kahlil Gibran mi toccano sempre il cuore.
Nel mondo di oggi, dove i social hanno reso tutto così veloce, esposto, fragile…
dove tradire sembra facile quanto mettere un like,
amare davvero è diventato un atto rivoluzionario.
Non parlo solo di fedeltà fisica.
Parlo di quella sottile prigione dorata che molte coppie si costruiscono addosso.
Si stanno accanto… ma si tolgono il respiro.
Per me l’amore sano nasce dalla fiducia.
Non da quella che si “guadagna” ma da quella che si dona, senza paura.
Se scegli una persona, sceglila davvero.
E lasciala libera di essere sé stessa.
Se ami una donna che ama farsi bella, lascia che brilli.
Non per gli altri, ma per sé e forse anche un po’ per te.
Non tagliarle le ali per paura di perderla.
Perché, se si sente libera e amata… volerà sempre verso di te.
Io sogno questo tipo di amore.
Un amore che non chiude, ma apre.
Che non soffoca, ma respira.
Che non si consuma… ma si rinnova, giorno dopo giorno.
Un amore tra due anime libere, che si riconoscono e si elevano a vicenda,
senza invadere i propri spazi interiori.
Un amore che è energia, connessione, risonanza.


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