Se vuoi camminare insieme, prendimi per mano. Non per il collo.

Certe ferite non arrivano per punirti.

Arrivano per svegliarti.

Una persona, tempo fa, mi ha fatto molto male.

Non tanto per il gesto in sé, quanto per quello che mi ha costretto a vedere:

che mi ero richiuso (ancora una volta) in una gabbia dorata.

Avevo ceduto la mia libertà per amore.

Avevo represso me stesso per rassicurare qualcun’altro.

Avevo tradito me… per non far sentire tradita un’altra persona.

Ecco il mio errore.

Ecco la mia lezione.

Ed è lì che ho aperto gli occhi. Oggi so che nessuna relazione può nascere dal controllo, dalla paura o dal bisogno.

Se ti serve che io rinunci a chi sono per starti vicino…

allora non vuoi me.

Vuoi una versione comoda di me.

E quella versione è morta.

💬 “Ho paura che mi tradisci.”

💬 “Non voglio che parli con quella persona.”

💬 “Mi devi dimostrare che posso fidarmi.”

No.

Se hai paura… guarisci.

Poi, forse, sarai pronta.

Ma io non rinuncio più alla mia libertà.

E soprattutto: non rinuncio più a me stesso.

L’amore non è un recinto.

È uno spazio sacro in cui due persone integre si incontrano.

Non si rincorrono, non si incatenano, non si correggono a vicenda.

Si rispettano. Si ascoltano.

Si amano senza bisogno di domare.

E chi ama davvero…

non ti prende per il collo.

Ti prende per mano.

Questo pensiero non è solo per me.

È per chi ha amato troppo.

Per chi ha confuso il dare con il perdersi.

Per chi ha avuto bisogno di una ferita per svegliarsi.

E adesso ha scelto di volare.

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